20 dicembre 2015

Spotlight on... LO SPAZIO TRA NOI di Milena Porta - NIENTE DI UFFICIALE di Katia Anelli

Carissimi Bookworms,
nuovo appuntamento con la rubrica Spotlight on... ! Oggi vorrei parlarvi di due romanzi: il primo è Lo Spazio tra di Noi di Milena Porta...

 Informazioni e Trama

Titolo: Lo Spazio tra di noi
Autrice: Milena Porta
Editore: (selfpublished) Narcissus
Prezzo:0,99
Genere: fantasy-paranormal/ fantasy-romance (YA)
Data uscita: 4 luglio 2015
AMAZON
Sinossi
Dorotea, occhi grigi luminosissimi e qualche riflesso blu tra i capelli neri, ha diciotto anni e sta per diplomarsi. Vive con Melinda che si è sempre presa cura di lei sin da quando l’ha trovata abbandonata sulla spiaggia in una gelida mattinata di inverno.
La sua vita cambia inaspettatamente quando un gruppo di ragazzi affascinanti arriva in città. Uno di loro, Dixon, inizia a frequentare la sua stessa scuola. Tra i due ragazzi è odio a prima vista. Per Dorotea lui è insensibile, arrogante e …. bellissimo. La situazione di certo non migliora quando Dixon le si avvicina facendole strane domande. Dice di essere un alieno e che anche lei lo è. Dorotea proprio non gli crede, anzi pensa voglia solo prendersi gioco di lei. Ben presto, però, le ragazze di Nausica cominciano a sparire e Dorotea si trova ad indagare su un fitto mistero affiancata da un impensabile alleato: il compagno di classe Pietro. Col suo aiuto e la complicità di Agesilao, un gatto dagli strani poteri, Dorotea tenterà di trovare una risposta alla sua domanda: Chi è  veramente Dixon e cosa vuole da lei?

Guardo un piccolo masso più a est coperto da un grosso cespuglio di acacia. E’ lì che Melinda mi ha
trovata. Mi domando chi mai avrebbe il coraggio di abbandonare una neonata inerme su questa spiaggia in pieno inverno. Scuoto la testa. La gente è così imprevedibile! Se Melinda non avesse sentito il mio vagito sarei morta? Probabilmente sì.
“Il mare è splendido da queste parti, vero?”
Sobbalzo nell’udire quella voce. Cado giù dalla vetta dei miei pensieri e lo guardo. Ha le maniche arrotolate, i capelli mossi da una leggera brezza. I suoi occhi sono come specchi, di un blu profondo come questo mare.
“Lo penso anche io” concordo.
Mette le mani nelle tasche dei jeans e i nostri sguardi si incontrano.
“Quando è arrivata la tua navicella?”
Rimango interdetta, ho forse capito male?
Poi colgo la sua espressione seria. Scoppio a ridere reclinando il capo.
“Di cosa stai parlando?”
Dixon inclina leggermente il volto “Non hai recepito nessuno dei miei telepensieri?”
Corrugo la fronte.
“Cosa c’è che non va?” mi chiede.
Dixon ha voglia di giocare, è così strano!
Sto al gioco. “Non lo so” mi limito a dire e mi metto a braccia conserte “E poi di che ti impicci? Vuol dire che andrò dal meccanico appena possibile”. La butto sul ridere convinta di fare una battuta. Dixon scuote la testa e mi inchioda con lo sguardo.
Improvvisamente è come se i miei piedi non toccassero più terra, sto volando in quel blu.
Vedo tutto blu, come un’onda gigante che si abbatte su di me e mi trascina con sé.
“Parlavi di navicelle” dico giusto per spezzare quella sensazione. “La tua quando è arrivata?” sono proprio curiosa di sapere cosa si inventerà.
“Un anno fa all’incirca” si fa pensieroso, “Secondo i calcoli terrestri, voglio dire”.
Sollevo un sopracciglio, divertita.
Dixon allarga le braccia esasperato “Senti, l’ho notato subito che sei una di noi, va bene?”
Una di noi chi?
“Non mi avresti passato i pop corn quella sera se non te lo avessi ordinato con la mente e poi hai i riflessi pronti più di chiunque altro”.
Non pronuncio una sola sillaba mentre continuo a guardarlo negli occhi.
“Non serve fingere con me e Zefiro, ok?” un sorriso malizioso si allunga sulle sue labbra.
O Dixon è decisamente fuori di testa o le cose si stanno mettendo davvero male.  Ma, calma! Non può essere vero quello che dice. “Molto divertente da parte tua” sorrido “Dove è che hai imparato questa storia?”
Dixon corruga la fronte “Senti, devi farti vedere subito da un gran maestro”.
Accarezzo con lo sguardo la sua mascella, i suoi zigomi, il profilo del naso, poi risalgo agli occhi. E’ così serio! Mi mordo la lingua per non ridere e scalcio via una conchiglia arenata nella sabbia umida. “Sì, credo che lo farò” rispondo con il massimo grado di ilarità impresso nella voce.
“Allora?” insiste Dixon prendendo a scavare con la punta delle sue Nike nere la sabbia.
“Quale è il nome della tua navicella?”
Certo che si è proprio fissato con questo gioco, eh? Cosa gli frulli per il cervello non lo so, ma nessun ragazzo ha mai pensato di abbordare una ragazza in questo modo.
Continuo ad assecondarlo “Xaria” butto lì il primo nome strano che mi sale in mente.
“Xaria?” mi guarda perplesso “E il numero di targa?”
Sto per rispondergli che il numero di targa non è granché come domanda, ma poiché attende impaziente che io mi esprima, lo faccio “duecentododici” getto lì il numero civico di Eliana.
Il secondo romanzo di oggi è invece il nuovo libro di Katia Anelli, Niente di Ufficiale.

Informazioni e trama




TITOLO: Niente di ufficiale
AUTORE: Katia Anelli
EDITORE: Self-publishing
GENERE: romanzo rosa
Prezzo: €1.59
Disponibile dal 16 dicembre 2015
AMAZON

TRAMA:
Sara è una giornalista freelance che per mantenersi lavora come impiegata in una concessionaria, ma finalmente ha l'occasione di fare carriera.
Due uomini sulla sua strada. Andrea: sexy, travolgente ed impenetrabile. Tommaso: attraente, ammiccante e disponibile.
Un terribile naufragio. Un processo. Un reportage da realizzare.
Tutti quanti vogliono conoscere la verità... ma Sara saprà reggerla?


Lasciati andare, Sara. Spogliati
La sua bocca sul mio collo, i suoi palmi sulla parte bassa della mia schiena che s’insinuano sotto l’orlo del vestito fino ad afferrarmi le natiche mentre la sua lingua s’infila nella mia bocca facendo l’amore con la mia…
«Sara?»
E la sua eccitazione, il suo respiro affannato contro il mio orecchio, le sue mani sui miei seni, i suoi occhi e quel cipiglio… Dio mio…
«Sara? Sara!»
«Ehm?» salto agitata sulla sedia sentendo che qualcuno mi chiama ed un secondo dopo mi rendo conto che sono in ufficio e che davanti a me ci sono una sconcertata Jessica ed un divertito signor Pittani che reclamano la mia attenzione.
Le guance mi prendono fuoco immediatamente.
«Sìììììì?» rispondo con la voce stridula, «Sì, cosa c’è?»
Pittani dissimula la mia distrazione chiedendomi le pratiche di noleggio archiviate il mese precedente e una volta che l’ho accontentato, passandogliele, torna nel suo ufficio senza fare commenti.
Lo stesso, purtroppo, non posso dire di Jessica che non appena restiamo sole mi continua ad osservare con un sorriso furbastro alla – Tu non lo dici, ma tanto lo so quello che hai fatto - che ha stampato in faccia da circa una settimana.
«Smettila Jessica¬» l’avverto.
«Non sto facendo niente… cosa dovrei smettere?» mi chiede naif.
«Di guardarmi con quel sorrisino d’intesa. È tutta la settimana che lo fai» le dico concentrandomi sullo schermo del computer e tornando ad occuparmi di quello che stavo facendo prima che i miei pensieri mi tradissero.
«Avanti Sara… sabato scorso ti ho vista allontanarti con quel gran gnocco della Carrera ed è tutta la settimana che alterni lo sguardo assente e trasognato a quello triste e sfigato che meglio ti rappresenta, ma che è più sfigato del solito»
«Sei sempre così gentile, Jessica…»
«Dai… allora? È così tenebroso anche a letto? È di quelli che ti prendono ti sbattono al muro e ti scopano togliendo lavoro ai neurologi?»
«Innanzitutto cosa cavolo stai dicendo e poi perché dai per scontato che ci sia andata a letto?»
Alza un sopracciglio alla – Ma per favore –
La guardo truce.
«Sara, neanche l’anima pia che c’è in te riuscirebbe a resistere a quel succulento boccone quindi risparmiami le cazzate e racconta un po’ com’è… direi che me lo devi»
«Io non ti devo proprio niente»
«Oh sì invece che me lo devi perché se non avessi dovuto correre a casa dal mio adorato Pucci, ora sarei io quella seduta a dar vita ad un revival dei miei orgasmi»
«Io non stavo… Jessica, finiscila!»
«Pensi di vederlo di nuovo?»
«No!» le rispondo stizzita.
«Ohi, ohi… ecco spiegato il perché dei tuoi sbalzi d’umore… il gran gnocco è un seguace del One night stand »
«Jessica, non hai niente da fare? Tipo occuparti del tuo lavoro?»
«È un atteggiamento più che normale e tipico di questi uomini del nuovo millennio. Non devi star lì a farti venire il mal di testa, a chiederti se hai sbagliato qualcosa o dove hai sbagliato. La storia della brava ragazza che fa battere il cuore dello sconosciuto principe azzurro è tutta una stronzata buona solo a far vendere qualche copia di qualche romanzo rosa. Direi che la vita non è così, ma comunque io sto trovando la soluzione»
«Quale?» mi sfugge dalle labbra smaniosa di seguire fino in fondo il suo primo abbozzo di un ragionamento sensato.
Mi sento orgogliosa come una madre che vede il proprio figlio fare i primi passi.
«Non penso che sia un caso se in tutti i vissero felici e contenti della storia le protagoniste gliela fanno sudare prima di dargliela. Prendi quella ninfomane di Biancaneve. Dorme nel letto di tutti i nani, ma in tutta la storia dal principe azzurro si lascia solo baciare e probabilmente non lo ferma prima solo perché è stata drogata...»
Ok. Ora mi sento come una mamma che ha appena visto il proprio figlio fare, inerme, un incredibile capitombolo giù dalle scale.
Sospiro.
«Fammi capire. Mi stai suggerendo di fare un’orgia con dei nani, ma di non concedermi, mai e poi mai, al principe azzurro?»
«Bè, più o meno… magari non sceglierli proprio nani, sai quello che si dice a proposito delle proporzioni riguardanti l’altezza…»
«Oh Signore! Jessica dacci un taglio! Non dire una parola in più!» l’avverto.
«Mmm… come sei suscettibile… quello che ti serve, ora che hai oliato il motore è mandarlo un po’ su di giri… vuoi che ti passi il numero di qualche circuito a giro sicuro che mi sono già fatta?» mi domanda facendomi l’occhiolino.
Sto per risponderle quando un trafelato Dott. Mariani, dallo sguardo perennemente arrossato ed arcigno, entra dalla porta.
«Lei!» richiama la mia attenzione con voce scorbutica, «Ha finito con quei contratti? Le avevo chiesto di farmeli avere un’ora fa!»
«Ha ragione Dott. Mariani, mi scuso. Ho quasi terminato»
«Il mio pesce rosso saprebbe essere più efficiente! Mi sembra che lei abbia preso questo lavoro un po’ troppo sottogamba! Quando dico che voglio che mi porti a termine un lavoro immediatamente significa che lo voglio prima di subito! Sono stato abbastanza chiaro?» strilla diventando sempre più rosso e tanto è il suo fervore che gli si sposta anche il parrucchino.
«Mi perdoni Dott. Mariani, mi scuso per l’attesa»
«Non me ne faccio niente delle sue scuse! Stia pur certa che avrò modo di parlare con Pittani delle sue mancanze!» asserisce uscendo come una furia dall’ufficio.
«Ma che gli hai fatto?» mi chiede Jessica, sconcertata.
«Evidentemente i contratti a cui sto lavorando sono molto importanti» le spiego vaga, mi stupisce che si sia resa conto che c’è qualcosa che non va.
«Sarà...» poi la sento sbuffare, «Oh ma tu guarda! Non riesco a crederci!» strilla.
«A cosa?»
«Ho appena trovato un sito che vende le borse di Prada a metà prezzo!» mi dice tutta esaltata.
Meno male. 
Almeno sul fronte Jessica è tutto nella norma.
Buona domenica e buone Letture,


2 commenti:

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