Cari Bookworms,
oggi vorrei parlare insieme a voi di uno degli ultimi libri letti ad Aprile, The Sin Eater's Daughter di Melinda Salisbury, primo capitolo dell'omonima trilogia fantasy.
Questo era uno dei libri che più desideravo leggere nel 2015 e in parte le mie aspettative non sono state deluse. È un bel romanzo, non male come primo libro in una serie!
Vi lascio alla mia opinione, completamente SPOILER FREE. ^__^
Se siete curiosi e vorreste
leggerne un estratto, vi lascio
QUI il link al post in cui potrete trovare la traduzione della prima pagina.
Informazioni e trama
Titolo: The Sin Eater's Daughter
Autore: Melinda Salisbury
Serie: Sin Eaters Daughter Trilogy #1
Editore: Scholastic Children's Books
Data di pubblicazione: 5 febbraio 2015
Lingua: inglese
Inedito in Italia
TRAMA: La diciassettenne Twylla vive al Castello. Ma nonostante sia promessa la principe, Twylla non è esattamente un membro della corte.
Lei è l'esecutore.
Come Dea incarnata, Twylla istantaneamente uccide chiunque lei tocchi. Ogni mese viene presa dalla prigione e costretta ad appoggiare le sue mani su quelle degli uomini accusati di alto tradimento. Nessuno potrà mai amare una ragazza che ha l'omicidio nelle sue vene. Anche il principe, il cui sangue reale in teoria lo renderebbe immune al contatto fatale di Twylla, evita la sua compagnia.
Poi un giorno arriva una nuova guardia, un ragazzo il cui sorriso spontaneo contraddice la sua mortale abilità nel maneggiare la spada.
Tuttavia, un segreto sovversivo sembra essere il minore dei problemi di Twylla. La regina ha un piano per distruggere i suoi nemici, un piano che richiede un impensabile sacrificio. Twylla farà tutto ciò che è in suo potere per proteggere il suo Regno? o abbandonerà il suo compito in favore di un amore segnato dal destino?

They would know her by her red hair – hair the colour of sunrise – and
by her voice – a voice so beautiful it could waken a God.
They would call her Duanen Embodied in her returned form and she would
be a blessing to the land.
Twylla
ha i capelli rossi e una voce meravigliosa: sono questi gli elementi che
secondo le leggende, tramandate attraverso i secoli, contraddistinguono Duanen,
reincarnazione della figlia degli Dei e simbolo di speranza per il mondo.
Per
dimostrare che sia effettivamente lei la prescelta e che goda della benevolenza
divina, Duanen Incarnata deve bere ogni mese un veleno estratto da una
particolare pianta, mescolato ad una goccia del suo sangue e sopravvivere. Il veleno impregna la sua pelle cosicchè chiunque sia toccato da lei,
è destinato ad una morte atroce.
Da
quattro anni, ogni mese, Twylla sopravvive al veleno e svolge il suo compito di giustiziere, uccidendo con un tocco della
sua mano i traditori del Regno di Lormere. Il suo destino sembra essere
ormai segnato dal suo dovere in quanto reincarnazione divina e come promessa
sposa dell’Erede al Trono di Lormere.
Tutto
comincia a cambiare quando da una parte il principe, di ritorno
dall’addestramento che lo ha tenuto lontano dal castello per quasi tre anni,
inizia finalmente ad accorgersi di lei; e dall’altro, l’arrivo di una nuova
guardia, Lief gli mostra la possibilità di una vita diversa lontano dalle
menzogne di Corte. Ed è proprio la Corte
il luogo più pericoloso e la sanguinaria Regina di Lormere è pronta a tutto
purché alcune verità nascoste non vengano rivelate…
“I am the perfect weapon, I can kill with a single touch.”
The Sin Eater’s Daughter è il romanzo
d’esordio di Melinda Salisbury e primo capitolo
dell’omonima trilogia fantasy.
Il
suo punto di forza è certamente il world
building, in particolare l’aspetto
mitologico-religioso di esso, perché per quanto riguarda la costruzione del
Mondo vero e proprio, ho faticato un pochino a capire come fossero distribuite
le Terre e le peculiarità delle popolazioni che le abitano (anche se presumo
che, nei prossimi capitoli, questo aspetto sarà sviluppato maggiormente; in
particolare, vorrei scoprire qualcosa in
più sul popolo di Tallith e i suoi
Alchimisti).
Ho trovato semplicemente affascinante la
questione mitologica e religiosa su cui è costruito l’intero romanzo: la
Salisbury sembra riprendere elementi da
varie religioni tra le più antiche (in particolare quella Egizia, o almeno questo
è ciò che ho percepito io…), mescolandoli insieme, per dar vita a qualcosa di estremamente particolare e unico. La descrizione dei Rituali sono estremamente
accurate, specialmente quello relativo alla figura della Mangiatrice di Peccati, ovvero, dalla madre di Twylla: sulla bara
del defunto vengono disposti tante pietanze quanti i peccati commessi in vita,
ogni cibo rappresenta un peccato specifico (per esempio il corvo rappresenta
l’omicidio) e la Mangiatrice deve consumarli tutti, secondo un ordine
specifico, altrimenti l’anima non troverebbe pace.
Sono
da menzionare anche le antiche leggende
e fiabe raccontate nel romanzo, favole - come quella del mitico Principe Addormentato - spesso al limite della
realtà.
“How could there be different Gods, Lief?"
"I don't believe there are any at all," he says quietly. "But I believe there are men ans women whose lives are made easier by believing someone is watching over them.”
Ammetto
che all’inizio ho avuto qualche difficoltà ad accettare questo universo
estremamente religioso, dove specialmente la protagonista accoglie il suo
destino senza fare domande, senza ribellarsi… poi, una volta scongiurato il triangolo amoroso sempre in agguato, la storia comincia a farsi interessante e a prendere una piega inaspettata... da quel momento, ho praticamente divorato le pagine, una dopo l’altra.
I
misteri e intrighi rimasti incomprensibili fino a quel momento, iniziano ad acquistare significato ed è
difficile capire di chi effettivamente Twylla possa fidarsi, alla fine.
Il
personaggio più riuscito è (forse perché adoro i Cattivi! XD) quello della
Regina di Lormere, così perfida, calcolatrice, spietata, capace di passare
sopra a tutto e tutti “for the Greater
Good”.
The Sin Eater’s Daughter è un romanzo dalle
atmosfere cupe, spesso sanguinarie, capace di mostrare come l’ignoranza, la
paura e la superstizione possano essere usate ad arte da chi è al potere, per
plasmare a proprio piacimento l’obbedienza del popolo.
Si
potrebbe cosiderare questo libro come autoconclusivo,
perché il finale non lascia con fastidiosi cliffhanger
e la situazione sembra essere stata riportata alla normalità… ma una volta
letto l’Epilogo, è estremamente difficile non desiderare di avere
immediatamente a disposizione il secondo volume di questa interessante
trilogia!
Ratting in Segnalibri:
4
Un potere mortale, un Destino che sembra essere ormai scritto, segreti troppo pericolosi per poter essere rivelati e che potrebbero far crollare un intero Regno.
Fatemi sapere cosa pensate di questo romanzo!
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Buone Letture,